venerdì 31 agosto 2007

raccontato il viaggio, pensiamo il futuro

con l'ultimo post di Annalisa concludiamo il racconto del viaggio,a meno che qualcun altro dei viaggiatori non desideri contribuire.
Il ritorno in aereo con scalo a Mosca e pulman da Milano a Imola è stato molto tranquillo.
Siamo tornati con il gruppo di Bologna ed il pulman da 16 persone ha accompagnato ciascuno a casa. E' stato bello salutarsi.

ricordiamo i prossimi incontri
- martedì 4 settembre, pizzeria Il Faro, ore 20,30 cena conviviale (diteci se venite, raccoglie le comunicazioni Teresa 349 53o8186)
- mercoledì 5 settembre, bologna, festa nazionale dell'unità, dalle 18,00 racconto dell'ANPIS sul viaggio (informazioni Ennio 338 3874547)
- 11-13 ottobre convegno de "Le parole ritrovate", Trento (http://www.leparoleritrovate.org/)

HUILING: intelligenza dello spirito

Pechino, 27 agosto 2007
incontro dell'associazione con una delegazione degli italiani

Huiling è un’organizzazione non governativa che dal 1990 si occupa di persone con difficoltà di apprendimento. Si trova nella città vecchia, appena fuori la città proibita. Piccole e sovraffollate case in muratura circondate da alti muri che solo attraverso stretti varchi lasciano intravedere ambienti bui e malsani, fatto salvo per qualche simpatico negozietto artistico e ristoranti davvero carini. Per le strade, quelle non percorse dai risciò e quindi meno in vista ai turisti, c’è chi cucina in fumanti pentoloni, chi pranza seduto per terra, rigorosamente non da solo, e chi a torso nudo si muove con l’armonia del Thai Chi.
E’ qui che il centro disabili ha sede e fa intrattenimento per i turisti, accogliendoci con un divertente spettacolo musicale. Si vede che sono abituati ad incontrare persone che vengono dall’estero, lo si capisce dalla spontaneità con cui ci coinvolgono nei canti e balli.
In più, il legame con l’Italia è molto stretto: il fondatore è un religioso italiano di nome Fernando Cagnin con il quale proprio noi imolesi avevamo tenuto i contatti. Del suo lavoro avevamo avuto notizia da un nostro concittadino che per motivi di lavoro si reca spesso a Pechino e che, venuto a conoscenza del nostro progetto, ce ne aveva parlato. Al telefono Padre Fernando era rimasto impressionato dalla nostra impresa, definendoci molto coraggiosi. Davvero un peccato che durante il nostro soggiorno a Pechino lui sia in Tibet! Chi ci ospita è la signora Meng, co-fondatrice della ONG, persona sorridente e di carisma. Ci racconta che a Pechino, questo centro è un punto di riferimento per un centinaio di persone disabili a partire dai 16 anni di età. Dal 2002 ne sono stati aperti altri sei in altrettante città della Cina. Prossime aperture sono in programma nelle città di Lanzhou, Wanzhou e Shangai.
Vi sono coinvolti operatori, volontari e le stesse famiglie. Il lavoro che svolgono ruota attorno al concetto che la persona disabile gioca un ruolo nella costruzione della comunità e condivide con essa il raggiungimento di una vita sociale rispettosa dei diritti delle persone. In concreto vengono promosse attività di integrazione sociale coinvolgendo le risorse della comunità e incoraggiando le persone disabili nel partecipare alla vita della comunità. In particolare, vengono realizzate attività che sviluppano le capacità e l’autonomia presso il centro e le biblioteche, i centri dei giovani, degli anziani, i campi sportivi e i centri commerciali.
A queste si affianca l’attività dei centri professionali: luoghi di apprendimento e di occupazione: dalle vendite dei prodotti (oggetti della tradizionale arte cinese quali gioielli, cartoline, calendari) si recuperano le spese per il materiale e lo stipendio di chi vi lavora.
Infine, le case famiglia, dove vivono un massimo di 6-8 persone con uno stile di condivisione delle responsabilità, delle difficoltà e delle gioie della vita quotidiana.
E’ emozionante sapere che la signora Meng racconterà queste stesse cose il 30 agosto in Germania, in occasione di un seminario al quale è stata invitata per uno scambio di esperienze. In quei giorni noi saremo appena rientrati in Italia.

Annalisa Roda

le parole di un lettore del blog

Pubblichiamo una e-mail ricevuta.
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E' veramente incredibile su tanti incontri che avete organizzato sono riuscito a partecipare soltanto il primo quello della festa dell' Unità lungo fiume, in quanto da Sabato 1 Settembre al 8 sono in Croazia.

Tutti i giorni leggevo la vostra posta, e mi avete dato l'immagine vera di un mondo sconosciuto, sicuramente vi siete arricchiti non solo di immagini e paesaggi ma anche di culture diverse ed altre esperienze, ma una cosa importante è che durante il viaggio avete anche seminato, che sicuramente qualche paese, associazione, ospedale trarrà vantaggi da questa vostra missione, e questa è una speranza che riempie veramente il cuore.

Siete stati veramente grandi sopportare un viaggio così non è cosa per tutti anche se il vostro pensiero era rivolto al raggiungimento dell'obiettivo previsto, ma anche se non lasciavate trasparire nulla si poteva immaginare momenti di entusiasmo accompagnati da disagi per mancanza di condizioni igeniche, fisiche per rispettare gli appuntamenti e trovare sempre un accordo per restare legati, siete veramente grandi.

Un abbraccio a tutti
Guglielmo Grillini

giovedì 30 agosto 2007

PIZZATA... CI SIETE?

A noi tutti viaggiatori, a voi tutti lettori del blog, abbiamo pensato ad un momento conviviale di fronte ad una pizza.
Racconteremo un po' di viaggio, ascolteremo le vostre impressioni

Siamo tutti invitati...

MARTEDì 4 SETTEMBRE
ORE 20,30
PIZZERIA IL FARO

Per avrere lo spazio adeguato dovremo prenotare, Teresa si è resa disponibile a raccogliere le adesioni, potete chiamarla al 349 - 5308186

vi aspettiamo

Egidio racconta l'incontro con la Federazione Nazionale Disabili Cinesi

Pechino, 26 agosto
mattinata

L'incontro sostituisce la visita al manicomio di Pechino, annullata poche ore prima del nostro arrivo in città.
E' presente una stretta delegazione formata da un rappresentante per regione, De Stefani e D'Alema.

Intervista a Egidio, viaggiatore di Bologna, presente all'incontro per l'Emilia Romagna.

Egidio ci parla di un incontro formale. Tiene tra le mani alcuni fogli, un documento in italiano che riporta informazioni legate al progetto di sostegno all'elaborazione di una nuova normativa più attenta ai diritti dei disabili.
La Fondazione che promuove questa trasformazione culturale è stata fondata nel 1984 da Mr Deng Pufang, figlio di Deng Xiaoping, segretario generale del Partito Comunista Cinese. Pufang nel corso della sua vita è diventato paraplegico e , da quel momento, approfittando anche della rivoluzione culturale in atto, si è impegnato nella difesa dei diritti dei disabili.
Il documento riporta la stima di 60.000 disabili nel Paese, ma l'OMS stima che il numero effettivo possa essere doppio.

La disabilità è divisa in quattro categorie: esistono disabili fisici, psichici, intellettuali, sensoriali. La psichiatria sembra occuparsi dei disabili intellettuali.

Nell'ultimo decennio è cresciuta l'attenzione alla disabilità ed ai suoi diritti, ma in Cina manca un sistema legislativo organico, ed è proprio su questo aspetto che la Federazione vorrebbe incidere. Gli ambiti di criticità sono stati individuati:
aspetto educativo
inserimento professionale
sostegno medico
creazione di infrastrutture

Il progetto è partito nell'ottobre del 2006, quindi è giovanissimo, e mira preventivamente a formare personale, anche all'estero. Per quanto riguarda i rapporti con il nostro Paese, sono previste due visite ufficiali per un confronto tra le legislazioni dei due paesi. La prima è stata fatta a settembre dello scorso anno.

Il progetto è stato riconosciuto dall'ONU e fa capo all'art.32. Per la difesa dei diritti delle persone con disabilità.


Egidio scorre i suoi appunti annotati durante l'incontro...

Una dottoressa presente all'incontro sottolinea come parallelamente all'incremento dello sviluppo economico ci sia stato anche un aumento delle manifestazioni psichiatriche nella popolazione. Attualmente inoltre non ci sono grandi tutele per chi soffre di disabilità.
La gestione delle azioni, le linee guida rispetto agli interventi sulla disabilità sono gestite dal governo centrale.

In Cina ci sono difficoltà di cura anche perchè mancano psichiatri formati in modo adeguato, inoltre il costo dei farmaci è elevato e spesso le persone non riescono a permetterseli.
Ci sono due categorie di ospedali, che si distinguono per le possibilità economiche di chi vi si riferisce. Gli ospedali più agiati forniscono cure e farmaci adeguati, gli altri, per tasche più leggere, curano i pazienti con i farmaci che hanno a disposizione, diciamo, in dispensa.
Le azioni sul territorio non sono numerose e riguardano essenzialmente le città. L'utilizzo di gruppi AMA non è ancora diffuso se non per qualche rara eccezione.

Alla domanda esplicita se ci siano ancora manicomi viene risposto che esistono ospedali di sicurezza per i casi più gravi, deduciamo allora che i manicomi sono ancora parte della prassi per la cura delle malattie mentali.

Chiedo ad Egidio quali siano le sue impressioni rispetto all'incontro. Lui nella risposta è misurato “sono davvero all'inizio rispetto all'assistenza di questi malati”, dice,"un aspetto centrale nel lavoro di queste persone ha a che fare con il rispetto dei diritti dell'uomo”.

Saluto dell'ambasciatore di Pechino e Saluto della Turco

25 agosto, sera

L'Ambasciatore e il Console di Pechino, che già ci avevano accolto in stazione al nostro arrivo, hanno mangiato in Hotel e hanno partecipato ad un momento, quasi conclusivo e di saluto del gruppo.

Durante la serata molti viaggiatori hanno espresso le proprie impressioni sul viaggio e hanno parlato della propria storia, ed anche della fatica di fare così tanti chilometri, ma della profonda motivazione che li ha guidati.

E' intervenuta anche, in un collegamento telefonico, il Ministro Livia Turco.

Ci dice che è contenta di sapere che siamo arrivati a Pechino, ricorda che il viaggio ha avuto una risonanza mediatica e che ha visto sul TG1 il servizio sull'arrivo. Ringrazia molto tutti i viaggiatori per questa esperienza, esprime il desiderio di incontrarli nella sede del Ministero per la Salute, chiede che le vengano in quella sede raccontate le vicende del viaggio ed i suggerimenti che sono stati tratti dagli incontri che abbiamo fatto. Auspica che l'iniziativa abbia un seguito “ne dovremo riparlare, perchè il senso di questa esperienza rimanga”.

Cade la linea, e continua la serata: lettura di poesia, musica e balli.
Questa è proprio una compagnia allegra

25 agosto 2007. La frase prende forma nella la città proibita

Con un po' di ritardo vi parlo di questa giornata che davvero è stata speciale.

25 agosto 2007

Tutti i giorni del viaggio sono stati importanti, ma è questo il giorno in cui abbiamo vestito le magliette bianche e composto la frase del viaggio. Proprio a Pechino. Tra le porte della Citta Proibita...negli spazi in cui secoli fa passeggiavano le concubine dell'imperatore.

Radunarci tutti e 210 non è stato facile, simo rimasti in attesa lì, per un'oretta, seduti sui gradini della porta della Suprema Armonia. Con noi erano presenti le affezionate guardie, che ci fanno compagnia dal momento in cui abbiamo toccato suolo cinese. Non so se siano sempre le stesse... talvolta sono n divisa, talvolta in borghese. Dicono che dobbiamo essere tutelati in quanto VIP (che sta classicamente per Very Important Person). Per questo ci seguono, per proteggerci.
Aspettavamo le magliette, una impresa cinese ricevuto l'ordine circa un giorno prima era riuscita a terminare il lavoro. Forse in Italia non ce l'avremmo fatta... Sono arrivati allora quattro sacchi neri, in ciascuno era ripiegata con cura una parte della frase. I capi gruppo hanno dato un'occhiata allo schema generale, si è deciso chi averebbe indossato le “lettere” e chi invece “gli spazi” bianchi. A Luca di Parma è capitata la “I”, non era molto soddisfatto, avrebbe preferito la “E”... non ha trovato nessuno che facesse cambio...
Nel momento in cui le maglie hanno cominciato a dare origine a parole le guardie cinesi si sono agitate. Una, in perfetta divisa blu, ha discusso agitatamente con Luciana Bolgia. Sono arrivati rinforzi mentre il gruppo, con i suoi ritmi.... dinosaurici... si trasferiva in uno spazio più ampio che consentisse l'impresa. Mi hanno raccontato che le lamentele delle guardie vertevano sulla presenza o meno dell'autorizzazione e sulla scelta di fare comparire improvvisamente questa iniziativa piuttosto che vestire le maglie dall'inizio.

Ma mentre le guardie continuavano a lamentarsi il gruppo veniva ordinatamente sistemato a formare le frasi.

Quel treno speciale per Pechino insieme libera-mente, in piedi,
That special train to Bejijng linking free minds, in ginocchio.

In ginocchio in effetti si sta un po' scomodi e Giovanni Piperno ha dovuto richiamare più volte ad una postura adeguata perchè si leggessero le lettere. Era caldo, era faticoso, ma siamo rimasti lì, inizialmente in silenzio e poi è partito un suono, quasi un om, che si è diffuso per tutto il gruppo, spontaneamente, ciascuno con la propria tonalità.

Mentre le guardie cinesi si muovevano nervosamente a pochi metri da noi. E ci fotografavano e chiedevano alle guide di tradurre cosa ci fosse scritto. Veniva loro spiegato che stavamo girando un film, ed era per questo che stavamo facendo questa strana cosa.
Alcuni turisti entrando nel cortile hanno fotografato l'evento, altri lo hanno ripreso con la telecamera.
Anche Piperno ha ripreso.
E poi il gruppo si è sciolto.
Cinque minuti e il cortile si era svuotato.

Ma c'era aria di magia.

Giada, la giornalista della Rai che ci ha accompagnati sino dal treno di Datong, era sorpresa, non era scontato che ci avrebbero permesso questa cosa. Manifestare a Pechino non è sempre possibile.
Era anche molto arrabbiata perchè una guida aveva tradotto in modo non corretto la frase alle guardie e questo rischiava di avere conseguenze.

Non ho saputo più nulla delle reazioni della polizia e del governo cinese a questo atto. Forse non è successo nulla. Ma se qualcuno fosse informato di prese di posizioni particolari gli chiedo di farmelo sapere. Grazie.

assieme libera-mente... la scelta della frase

Sul treno erano attivi alcuni gruppi di auto mutuo aiuto.
In uno di questi si discuteva su quale fosse il senso di questo viaggio.
In questo contesto è stata elaborata l'idea di una lunga catena umana in piazza Tian'anmen che avesse un messaggio scritto, sulle magliette. Ogni persona una lettera.
Ma cosa scrivere? Qualsiasi frase fosse stata scelta avrebbe acquistato un enorme importanza, così, in chiusura del viaggio, davanti alle telecamere di Piperno, regista del documentario che porterà questa esperienza oltre il tempo del viaggio.
E' stato scelto che la definizione della frase avrebbe dovuto seguire il percorso democratico del fare assieme. Ogni gruppo regionale allora aveva il compito di proporre una o più frasi in modo che queste potessero essere lette tutte insieme e scelte.
Sono state raccolte più di 100 proposte e poi è avvenuta una selezione che seguiva i seguenti criteri:
1- le frase avrebbe dovuto chiaramente riportare lo stile del fare assieme del treno,
2- la frase avrebbe dovuto riportare la tematica del pregiudizio

alla selezione della frase hanno partecipato i capi gruppo, gli esperti della comunicazione (Martino, il giornalista dell'ansa e Tommaso, giornalista che aveva contatti con la repubblica on line), e Adriano e Maria Grazia i ricercatori delle Università di Milano che ci seguivano nel viaggio.

Ne sono risultate quattro proposte, coerenti con i criteri di selezione,sottoposte al voto di tutti i viaggiatori:

Quel treno speciale per Pechino, nè folli nè normali, insieme tra pari
Quel treno speciale per Pechino, fare assieme semplicemente liberi
Quel treno speciale per Pechino, forse sarà semplicemente libertà
Quel treno speciale per Pechino, semplicemente liberi

("forse sarà semplicemente libertà" era il finale di una poesia scritta da Giuseppe Lombardo, un viaggiatore della Sicilia)

Qualcosa non è andato. Il nostro gruppo imolese ha valutato che le frasi proposte fossero molto omogenee fra loro, che fossero troppo lunghe e che vista la salienza dell'evento era importante prestare attenzione, se necessario ripensarci.
Alla festa dell'Unità a Imola, nella Vallata per il Festival,... avevamo trovato difficoltà a parlare di “stigma”, parola difficile e da spiegare. Ci pareva importante proporre ora un messaggio chiaro, veloce, immediato.
Anche altri gruppi non erano soddisfatti della proposta, il gruppo umbro sicuramente, poi ci giungevano voci di scontento anche da altri gruppi. Abbiamo sperimentato la difficile pratica della democrazia. Il nostro gruppo imolese si è trovato coeso ed ha coniato quella che poteva essere la propria frase, su ispirazione dell'idea di Marisa: “Diversi? Insieme è possibile”. Naturalmente sulle magliette a Pechino non volevamo proprio la nostra frase. Un'altra andava bene, se semplice chiara immediata.
Annalisa si fa portavoce della nostra posizione e torna ll'ennesima riunione dei capigruppo, chiamata "briefing".
Riporta le nostre perplessità.
Annalisa non parla spesso al briefing.
Viene ascoltata in silenzio.
Manca un giorno all'arrivo a Pechino.
Come cambiare ora la frase? Dobbiamo comunicarla perchè possano essere stampate le maglie. Il gruppo pare disturbato da questa interferenza.
Le viene detto che dovevamo pensarci prima
che la frase è definita.
Alla fine dell'incontro altri due capigruppo affiancano Annalisa ed esprimono solidarietà alla sua idea. Si riapre un piccolo spazio di pensiero posteriore alla riunione. La cosa non viene gradita.
Circolano voci che forse la frase non si farà.
C'è malcontento.
Il discorso rimane in sospeso fino a quando non saliamo sul treno Datong-Pechino.
Gira voce: alle 4 carrozza 3 briefing.

Ore 16.00 accalcati e arrampicati sulle cuccette del treno siamo parte dell'incontro, aperto a tutti.
Massimo Costa di Parma ha elaborato una alternativa alle lunghe frasi. Non che abbia gradito il cambio di programma, ma pare abbia trovato una buona mediazione: “Quel treno speciale per Pechino: assieme, libera-mente”. Era una frase proposta inizialmente dal gruppo toscano. Bene, ad Alberto non piace ma si limita a comunicare il suo dissenso. La frase passa. Le magliette si faranno. Appena arriviamo a Pechino Luciana Bolgia contatterà una fabbrica cinese per la stampa delle magliette. Serviranno il giorno dopo, tra le mura della Città Proibita: in piazza Tian'anmen è vietata qualsiasi tipo di manifestazione.

Questa è la parte dei fatti che io conosco. Tra i corridoi del treno mi viene spiegato che era aperta una disputa sulla dicitura originale di “fare assieme” che avrebbe rappresentato una parte del treno più che l'altra. Io tra questi labirinti non mi oriento.

Quel che mi rimane è un pensiero, una riflessione legata alla reale difficoltà che è sempre presente in ogni processo democratico. Ascoltare tutti richiede tempo e non ce n'è sempre tanto. In questo il treno è stato un laboratorio, che ha manifestato in modo più chiaro il suo percorso nella scelta della frase.
LINKING FREE MINDS è la traduzione inglese.

mercoledì 29 agosto 2007

Larissa Arap

14 agosto
Durante l’incontro in prefettura è stato fatto presente dal gruppo italiano la situazione della giornalista Larissa Arap, rinchiusa, secondo le agenzie di stampa russe che citano fonti dell’opposizione al governo Putin, in un manicomio a seguito di un inchiesta che stava conducendo. Questa comunicazione fatta in sede ufficiosa è stata recepita dal rappresentante per i diritti umani del Cremino, Vladimir Lukin. E’ stata allora attivata una immediate richiesta che la giornalista possa essere indirizzata ad una differente modalità di cura, possibilmente ambulatoriale.

20 agosto
Martino dell'ANSA mi comunica che la giornalista ha ottenuto quanto era stato richiesto per lei. siamo contenti

quando eravamo a Mosca, incontro in prefettura

Guardando attentamente il blog mi sono accorta che manca un tassello del viaggio.

Siccome lo ritengo un momento importante lo propongo ora.
Guardando il sito umbro ho trovato interessante anche il loro modo di raccontare questo incontro...


MOSCA
14 agosto
mattinata

Incontro di una delegazione del treno speciale per Pechino con la prefettura del quartiere Lublin della zona sud est di Mosca

La persone che mi hanno parlato dell’ incontro hanno dato talvolta impressioni differenti.
Tutti mi hanno confermato che l’evento ha avuto una connotazione decisamene formale, ma mentre qualcuno ha colto una certa disponibilità delle autorità moscovite al dialogo ed al confronto, qualcun altro ha osservato rigidità nelle autorità e una certa diffidenza rispetto ai contenuti riportati dalla delegazione italiana.
Ad un certo momento, dopo avere comunicato pubblicamente una intenzione al cambiamento, in un momento informale uno psichiatra si è avvicinato ad una persona italiana chiedendo se non avesse paura a viaggiare su questo treno. Quello che pare emergere da alcuni racconti rimanda ad una cultura della malattia mentale che non considera la persona malata come recuperabile, bensì come destinata a rimanere sempre nella situazione in cui si trova.
Durante l’incontro con l’ambasciatore il giorno precedente, Elèna, una interprete russa che ci accompagnava nel viaggio si è resa disponibile a tradurre e permettere il dialogo tra un viaggiatore, Marco di Trento, ed una autorità locale, il prefetto Savin Alexey Alexandrovic. Nel venire a conoscenza dei contenuti si è stupita che in Italia esistano programmi di disintossicazione da alcol e di liberazione dalla dipendenza. In Russia il problema dell’abuso di alcol è uno dei principali e non esiste una prospettiva di recupero: – da noi gli alcolisti rimarranno sempre alcolisti –
Il tema è ancora culturalmente difficile da affrontare e le esperienze statunitensi ed europee sono un esempio conosciuto ma probabilmente non sufficiente a creare una rivoluzione culturale immediata. L’incontro in prefettura risulta essere di per sè un successo, non era per nulla scontato e fino ai giorni precedenti era incerto.
Lo scambio è stato promosso in particolare da Marina Capora. Formata in passato all’università di Trento, città con cui ha mantenuto un legame, è poi ritornata in Russia. In seguito alla sua esperienza italiana, ha lavorato a Mosca per fondare un centro che si occupa di problemi legati all’alcol con una particolare attenzione al sostegno dei famigliari. Non vengono esposte modalità di cura rivolte a persone con disagio mentale. L’attenzione sociale, in questo momento di evoluzione, è piuttosto alle giovani famiglie. Per renderle anche protagoniste viene chiesto ad alcune consulte di identificare bisogni e di partecipare alla strutturazione di opportunità. C’è un intento consapevole di introdurre elementi di democrazia in una realtà in cui, in passato, le modalità di gestione del sociale erano differenti.
Siamo in effetti stati accolti nella sede della prefettura ed all’incontro è stata data rilevanza, dal momento che era presente il prefetto ed è stata coinvolta la televisione locale. Tuttavia non è stato comunicato che nelle altre strutture della città siano attivi altri servizi territoriali piuttosto che strutture di ricovero permanente.
Lo psichiatra di riferimento del luogo, responsabile di un ospedale psichiatrico grande 8 ettari, si dice perplesso rispetto a questo viaggio, considerando l’esperienza troppo stressante per chi vive un disagio mentale. Intanto un utente è stato scambiato per psichiatra.

nuovi appuntamenti

Il 5 settembre a Bologna ci sarà un incontro organizzato dall ANPIS in cui De Stefani parlerà di questa esperienza.
Appuntamento tardo pomeriggio alla Festa Nazionale dell'Unità.



"Le parole ritrovate" hanno programmato il loro ottavo incontro nazionale dal 11 al 13 ottobre a Trento.
Il tema sarà:
"Culture e pratiche di condivisione nelle politiche di Salute Mentale, esperienze e confronto".
Per maggiori info potete visitare il sito: il link è sul blog, nella fascia laterale colorata.

da imola... la storia continua

cari lettori,
che gioia potere rivedere il blog con i vostri commenti.
In Cina non ci è stato possibile, non riuscivamo ad accedere al sito.
Per fortuna Max da casa ha lavorato per noi.

Siamo tornati ma non via abbiamo raccontato tutto, alcune informazioni le abbiamo raccolte in viaggio.

intanto vi anticipo che vi parleremo degli incontri istituzionali e informali con chi si occupa di salute mentale in Cina. Vi parleremo dell'incontro formale del 26 agosto con i rappresentanti della Federazione Nazionale Didabili Cinesi, e di quello informale del 27 con una associazione Pechinese a cui hanno partecipato Annalisa Tina e Tuccio....

martedì 28 agosto 2007

Ritorno a casa...(the end?)...

Pubblico l'ultimo sms ricevuto prima della partenza:

"Ciao Max, tra poco partiamo. Sono le 6.30. Facciamo scalo a Mosca ed arriviamo a Linate alle 21.30 circa. Poi in pulmino fino a Imola. Vuoi metterlo sul blog?"

Certo che lo metto sul blog! Un saluto e a presto dalla casa-base...c'è tanto da fare ancora, e come dicono gli amici dall'Umbria: fare assieme!

Foto da Pechino (8)






1. una porta dei vicoli
2. città vecchia al tramonto
3. treno Datong-Pechino
4. grotte antichissime (non mi ricordo il nome quelle coi buddah giganti)
5. Yuri Viaggiore del veneto con coca-cina

Foto da Pechino (7)






1. scrittura cartoline in treno Datong-Pechino

2. 3. prove di composizione scritta "quel treno speciale per Pechino, assieme libera-mente" "that special train to Beijing, linking free minds"

4. spiedini di cavalluccio marino

5. visita al tempio del cielo

Foto da Pechino (6)







1. volti
2. Olga di Parma
3. piazza di Tienanmen
4. serata finale: lettura poesie e diari di viaggio di Yuri, utente del Veneto
5. polizia arrabbiata per la scritta composta con le magliette "insieme libera-mente"...

Foto da Pechino (5)






1. Mac Donald cinese
2. manifesti vintage
3. veduta della muraglia cinese
4. musica durante la festa finale
5. nonni che giocano a majong

Foto da Pechino (4)






1. hutong
2. guardia Tienanmen
3. bici in hutong
4.5. hutong
(hutong sono i vicoli della città vecchia)

Foto Pechino (3)







1. il gruppo di imola consegna il gagliardetto all'ambasciatore italiano a Pechino per il sindaco cinese
2. la polizia ci scorta dappertutto e ci fotografa
3. Alberto Minardi dirige il coro che canta "Va Pensiero" alla serata finale
4. dettaglio tetto palazzo imperatore
5. donne imolesi con statua di cammello alle tombe Ming

Foto da Pechino (2)






1. strade nuovissime di Pechino che sembrano americane
2. uomo venditore di frutti sul treno Datong-Pechino
3. portale stile chinatown, ma già in cina, nella americanissima via dello shopping moderno
4. Cina: deserto
5. cartellino identificativo del cibo alberghiero: traduzione di ignoto come pure "frigge le tagliatelle", "acqua del ghiaccio", "bolle il pesce"

Foto da Pechino (1)






1. Ambasciatore a Pechino
2. 3. Arrivo a Pechino
4. Bambino di Pechino
5. Bambino (punk) di Pechino

lunedì 27 agosto 2007

Ultime foto dalla Cina





1. avventore a Datong
2. Datong (Cina)
3. Buddha giganti alle grotte
4. Luca&Luca alla muraglia
5. Muraglia

Treno da Datong

24 agosto

Linea Datong – Pechino: Binario 3.
Classe terza, seconda prima.
I vagoni prenotati per noi – dal 5 al 7.
Camminando sulla pensilina del binario incontriamo gli sguardi incuriositi degli altri passeggeri già a bordo. Guardano stupiti, sorridono, ci salutano, ci fotografano. E viceversa, li guardiamo accalcati in cinque al finestrino, sorridiamo, li fotografiamo. Due mondi che si incontrano, separati dal vagone ristorante. Proprio lì ci saranno i primi scambi, in genere tra ragazzi italiani e ragazze Cinesi. Una studentessa di italiano accoglie con simpatia queste nuove presenze straniere. Si allena a pronunciare la "r", nel frattempo insegna alcuni elementi base della lingua cinese.
Arriviamo ai nostri vagoni, sono scompartimenti di cuccette, tre per ogni fila, aperte. Ci sistemiamo, chi sulle cuccette, chi negli sgabellini del corridoio. Ci guardiamo da diverse altezze. I piu stanchi cominciano a dormire. Gli altri chiacchierano e guardano fuori dal finestrino. Ed ancora il paesaggio non delude, diventa montagnoso, roccioso, in coltivabile, poi si raddolcisce nuovamente, compaiono conformazioni lievemente a terrazza, e campi di girasole, orti nati in una fascia di terreno fertile. Qualche persona, un carretto ed il cavallo… Grandi fiumi navigati da uomini in canoa, persone in attesala passaggio al livello… Dopo la giornata di ieri questo enorme paese continua a stupire.
Non siamo più su un treno speciale, ci sono i Cinesi sul treno. Noi e loro, due mondi separati dal vagone ristorante. Proprio lì ci saranno i primi scambi. Una studentessa di italiano accoglie con simpatia queste nuove presenze straniere. Si allena a pronunciare la r, nel frattempo insegna alcuni elementi base della lingua cinese.
Nel vagone c’è una piccola riserva di carbone per il riscaldamento invernale.
I bagni sono una turca a caduta libera. C’è anche il rubinetto ed il lavandino. Tutto è pulito. Ogni pochi minuti qualcuno passa per gli scompartimenti a raccogliere i rifiuti. Il treno è in ordine.

19.09 arrivo a Pechino

GIOIA.
Non mi rendo proprio conto che è vero. Siamo arrivati. Quel treno speciale è arrivato dove voleva. È un successo. Pechino.
E noi 200 lo esprimiamo. In modo forse un po’ colorito.
Striscioni, i soliti, inno di mameli, cori. L’entrata al binario è bloccata per una decina di minuti da un muro composto da noi e dal nostro entusiasmo. I cinesi si fermano e guardano quanto accade. Diligentemente, mentre la fila dietro i primi si allunga.
Siamo contenti. I militari che vigilano su di noi un po’ meno. Le guide sono impazienti e ci chiamano con energia. Ma noi cantiamo un’altra canzone prima di allontanarci dal nostro traguardo.

domenica 26 agosto 2007

Riflessioni sul viaggio

La prima parte del viaggio è stata caratterizzata soprattutto per l’intensità dei ritmi.
Ritmi necessari a rispettare le tappe del viaggio, a caricare e scaricare valigie dai diversi treni, a passare da una stazione all’altra, a consumare colazione, pranzi e cene in posti sempre diversi. A visitare le città, ricchissime di storia e di monumenti, piene di cose da vedere, di opere d’arte da ammirare. Venezia, Budapest, Mosca. Ognuna richiederebbe tanto tempo per essere visitata a fondo. Invece abbiamo dovuto guardarle di corsa. Si è creato un po’ di stress. Poi, una volta nel treno della transiberiana, i ritmi sono diventati più lenti, e quindi abbiamo avuto più spazio per pensare e riflettere. Su una cosa, in primo luogo: uno si chiede: è più facile andare incontro ad un disturbo mentale vivendo in città o peggio in una metropoli come ad esempio Mosca, o il rischio è uguale anche per chi vive in campagna, magari in una casetta colorata con l’orto ed il giardino, come le tante che vedo scorrere dal finestrino del treno? Chissà se nella vita in campagna, con ritmi più bassi, e con maggiori relazioni con gli altri, con più contatto con la natura, può prevenire il disturbo psichico?
Ma subito dopo un’altra domanda: e se cadi, ad esempio, in depressione, è meglio abitare nella grande città, (dove hai garanzia di essere curato) o in campagna, dove i servizi sono lontani e rischi anche di vivere maggiore emarginazione da parte di persone meno avanzate culturalmente?
firmato un Viaggiatore di Imola

Cina

Scendere a ERLIAN è stata per noi una sorpresa. Un popolo finalmente sorridente che risponde sorriso al sorriso.
Accoglienza cordialissima, pranzo cinese, ma di quello vero e di ottima qualità.
Poi via di nuovo in pullman verso DATONG.
Ore di paesaggi sempre diversi, la pianura arida simile al deserto, le colline coltivate, paesini, città, cinesi per le strade alla sera che mangiano con il barbecue, cinesi nelle piazze a chiacchierare, proiezione di un cinema, biciclette e camion con fumo grigio, scritte blu sui muri, paesi in disfacimento….
La Cina è davvero un mondo nuovo per noi, la guida ci racconta che DATONG è terra di miniera, che i minatori guadagnano 400 euro al mese mentre gli operai 100 euro. Che anche la cina sta cambiando, da situazioni in cui più generazioni convivevano ora i ragazzi tendono ad uscire di casa e cercare soluzioni autonome. C’è un grande divario tra generazioni. I giovani che hanno studiato guadagnano fino a 10 volte più dei padri e la situazione risulta socialmente sbilanciata. Mentre ci parla arriviamo a DATONG .
Sono le 22.00. E’ buio. Molte persone stanno ancora lavorando. La città e molto inquinata, c’è confusionee luci al neon dappertutto neanche fosse Las Vegas. I cinesi occhi a mandorla ci guardano ci salutano e per strada ci chiedono da dove veniamo.
La Siberia è passata. Siamo in Cina.

Dogana cinese: attesta la tua salute

Come previsto il passaggio alla dogana mongola ha richiesto molto tempo: siamo stati fermi tre ore.
Ci era stato indicato di stare ciascuno nel proprio scomparto senza uscire nemmeno nel corridoio. Ad un certo punto ci comunicano che stanno controllando anche sopra al tetto del treno. Ma con noi gli agenti, in genere donne, sono molto gentili. Sorridono, parlano inglese.
Il treno finalmente parte.
Arriviamo alla dogana cinese ed è sufficiente un’oretta per ripartire verso Erlian.
Vediamo il confine mongolo, la dogana posta sulla strada parallela alla ferrovia e poi una zona franca e finalmente un enorme arco colorato con i colori dell’arcobaleno che segnala l’inizio della Cina.
Non era scontato passare.
La sera precedente una parte di noi era entrata in un clima di tensione.
Il governo Cinese chiede di dichiarare il possesso di psicofarmaci, e per una legge di molti anni fa non ne consente l’entrata nei suoi confini.
La categoria in cui li inserisce è la stessa delle droghe.
Del resto il modulo da compilare per la dogana richiede esplicitamente se si è portatori di alcune malattie, tra cui HIV, febbre, tosse, ml di gola, tubercolosi o psicosi. Quindi, passare la dogana serenamente e trovare i militari al controllo distesi e sorridenti è stato per noi un sollievo.

Ulaan Bataar

21 agosto

Immediatamente dopo Ulan Ude il paesaggio cambia: dalla pianura si alzano colline sinuose, le betulle scompaiono. Dopo giorni di paesaggio sempre uguale la mongolia ci conquista. I lineamenti dei volti cambiano. Da lontano si vedono mandrie. Macchie bianche disposte ordinatamente testimoniano la presenza dell uomo. Sono le gher, abitazioni rotonde tipiche delle popolazioni nomadi, simili a tende.

Lungo la ferrovia le stazioni sono piu modeste, l'alfabeto cambia progressivamente nei caratteri. Le abitazioni sono ancora recintate come in russia, ma può capitare, attraversando una zona abitata, che in un giardino recintato accanto a quello di una casa sia sistemata una gher.

Molti di noi guardano fuori dal finestrino con sorpresa, ad ammirare il gioco di verdi che fa sembrare le colline vestite di velluto.

Alberto ha la macchina fotografica al collo e quasi come un cacciatore prende di mira i cavalli. Margherita a tratti abbraccia la telecamera, a tratti la macchina fotografica.

Arrivo in città alle 8.30

Già da lontano è evidente che Ulaan Bataar è una città anche industriale. Due grosse ciminiere eruttano fumo e lo sparano verticalmente verso il cielo. Nella zona vicina alla stazione vediamo una serie industrie la cui teconologia non e delle piu moderne: enormi strutture a cielo aperto, con nastri trasportatori altissimi, ingranaggi a vista.

Ad Ulaan Bataar riceviamo una accoglienza speciale, ci sta aspettando una delegazione mongola. ed in particolare i rappresentanti di una associazione che nel paese si cura di dare maggiori possibilità alle persone disabili.

Come da tradizione all'arrivo scendiamo invadendo il marciapiede, ci raduniamo, salutiamo chi ci ha accolto ed intoniamo l'inno di mameli, e qualche coro da stadio. Si sta bene, si ride, c'è gioia ed anche i piu scettici si lasciano trasportare. Fedelmente compaiono gli striscioni, gli stessi della partenza, che ad ogni fermata si arricchiscono di una firma che testimonia un incontro. E poi foto, infinite: un muro di persone che fotografa talvolta sovrapponendosi. I mongoli ci guardano divertiti, mentre le polizia ci scorta e delimita la scia del nostro passaggio.

C'é anche un'accoglienza speciale per una viaggiatrice. Dallo scorso anno ha mantenuto i contatti con una missione locale ed ha deciso di aiutare una famiglia nell acquisto di una gher. La famiglia è in un momento di difficoltà, ci sono quattro bambini. In questo anno ha raccolto la somma necessaria: 500 euro. Spera in futuro di mantenere i contatti con questo popolo, e magari di tornare e rimanere, per qualche mese. Non lo dice, ma qualcosa della mongolia sinuosa l'ha conquistata.

Dopo l'accoglienza parte la visita alla città. Pulman, rosso giallo, blu, verde, bianco.

La guida del nostro pulman è un po' severa ma molto disponibile.

Si va al monastero gandantegchenling. La guida ci racconta che il monastero e stato ricostruito per una questione diplomatica: la città avrebbe dovuto ricevere una delegazione straniera e, siccome in passato, dal 1938, il comunismo aveva soppresso la religione in mongolia e distrutto i maggiori monasteri, ha dovuto ricostrirne uno. Quindi inizialmente, dal 1990 l'edificio non era un reale monastrero ma un a struttura architettonica. Oggi invece viene utilizzata effettivamente sia come luogo di preghiera sia come scuola di formazione buddista.

Luogo di grande spiritualità, ci chiedono di prestare attenzione a tasche e portafogli perché, essendo uno dei luoghi in assoluto piu visitati ad Ulaan Baatar, e anche quello in cui si concentrano maggiormente i ladri: l'attenzione non è mai troppa...difatti un portafoglio scompare. E' un sardo questa volta a farne le spese.

Del resto è anche vero che il gruppo dei sardi vince il guinnes dei primati in quanto ad acquisti: ogni volta che si passa davanti ad un negozio o a una bancarella i sardi riempiono sporte di gadget e regali vari.

Il tempio è molto bello, e composto da piu edifici. In un paio di questi i monaci stanno dando vita alle cerimonie che li caratterizzano. Spettacolo per turisti, che possono osservare quanto sta avvenedo passando raso muro per la stanza. Ma si sta bene e in questo luogo c'è una strana pace.

Nell'edificio piu grande un buddha enorme riempie lo spazio. e infiniti altri budda sono sistemati nelle teche alle pareti. Vige una simbolgia a noi sconosciuta.

Nelle vicinanze del ristorante c'è una giostra simile alle montagne russe, ma e a pedali. I bambini si divertono molto.

Al pomeriggio ci dirigiamo in pullman verso le montagne. Le guide ci portano in club, in cui proprio per noi hanno organizzato una sorta di riedizione delle feste tipiche mongole: il Naadam. Quello originale si tiene tra l'11 ed il 13 luglio. Wrestling, tiro con l'arco, ippica. Ma e tutto così di plastica, come le bancarelle posizionate attorto al recinto per i cavalli, che sale un grande malcontento nel gruppo. Ma siamo in un parco naturale, ed è cosi bello... qualcuno fa un giro a cavallo, qualcuno fa ginnastica, qulcuno trova un momento di solitudine dopo tanti giorni di convivenza. Vorremmo non dovere andare più via. Montiamo la tenda qui....

Ma il treno ci aspetta alle 18,30 ad Ulaan Baatar... nella notte attraversiamo il deserto dei Gobi. Riusciamo a vedere l'alba sulla sabbia.

Riflessione....

Abbiamo incontrato due realtà: una associazione che si occupa di disabilità, una missione che si occupa di sostegno alle famiglie ed ai bambini. Poi con noi c'era Padre Ernesto Viscardi, che si dice un missionario, senza spiegare di più, ma poi scopro che si prende cura dei bambini che durante gli inverni rigidi si riparano nei tombini di Ulaan Baatar.

Il treno speciale per Pechino è partito con un messaggio contro il pregiudizio legato alla salute mentale... ma qui cosa intendono per salute mentale?

Non l'ho capito. Chissa cos'è per un mongolo la follia.

...e infine scatti!






1. Il confine stradale Cinese fatto ad arcobaleno

2. il primo impatto con la cina rurale e desertica del gobi

3. il primo buonissimo pasto con bacchette al confine ad ERLIAN

4. ancora una stazione al confine con la mongolia

5. ancora il treno fermo sulla transbaikalika sul lago Baikal