venerdì 24 agosto 2007

20 agosto Lago Baikal

C’è una leggenda che racconta la storia di Baikal e della figlia Angara

Un giorno Angara rifiutò la proposta di matrimonio da parte di un corteggiatore che aveva ricevuto il consenso del padre, Da quel momento Baikal fu molto arrabbiato con lei tanti da cambiarle nome. Per questo motivo il fiume fu chiamato per un lungo periodo con un nome diverso. Quando finalmente Baikal perdonò la figlia il fiume tornò a chiamarsi Angara.leggenda viene riportata nei monili in vendita nel mercatino sul lago. I ciondoli, in legno, sono formati da due figure, una maschile ed una femminile, che possono essere incastrate faccia a faccia, ma anche “schiena a schiena”.

Il mercatino è evidentemente creato per i turisti, ed a parte qualche maschera che richiama le tradizioni degli sciamani, ritroviamo articoli tipici delle bancarelle nostrane.Colpisce piuttosto il mercato del pesce, sia caldo appena cotto, sia fresco, sia essiccato. Ma non vedo molti di noi approfittarne.

Un gruppo ristretto viene accompagnato a visitare una chiesa del paese vicino. In quel momento è in corso la cerimonia del battesimo. Una decina di bambini sono pronti al rito sacro tra le braccia della madre. Entriamo con macchine fotografiche e telecamere, ma rispettiamo la richiesta della guida ucraina, e noi donne ci copriamo il capo con foulards. L’assemblea sta attendendo il sacerdote. I bambini piangono un po’ a turno.

Dobbiamo purtroppo lasciare la chiesa perché gli orari organizzativi sono serrati ed il ristorante ci attende. Forse questo è un sollievo per i fedeli, ma a noi dispiace molto.

Reincontriamo tutti gli altri di fronte al ristorante, ma prima di entrare siamo spettatori di incontri di box su un ring vero. I contendenti sono bambini e ragazzini. Intorno al ring altri guanti rossi si muovono veloci, colpiscono, difendono, si preparano alla sfida.

Margherita scatta alcune foto.

Una barca ci porta in una riva vicina del lago e vediamo in lontananza un treno. Siamo convinti sia il nostro ma in numero delle carrozze non corrisponde. Arrivati alla cima il treno parte, e noi, per raggiungere quello che abbiamo riconosciuto essere il nostro vero treno, lo seguiamo percorrendo i binari. L’immagine è quella di un esodo, una fila di 100 persone che segue un treno che si avvia lentamente. Qualche ragazzo del luogo ci osserva incuriosito e fotografa la massa ridendo.

Scopriamo che il treno a fianco è l’Orient Express, quello vero, ed è in partenza per Istanbul. E’ bellissimo, ci raccontano, ha interni in marmo, cuccette singole con lavandino all’interno delle camere. Noi intanto risaliamo nello scompartimento a 4 cuccette. E ci piace. Qualcuno ritrova Porto Franco, lo scompartimento numero 4, regione Marche, che accoglie i viandanti in un salotto di chiacchiere e silenzi. Qualcun altro semplicemente ritrova gli propri spazi e le proprie cose. Il proprio vagone n 7.

Il treno riparte...

1 commento:

Angelo Bellucci ha detto...

... solo per dire che abbiamo inserito UN TRENO SPECIALE PER PECHINO per dare piu visibilità nel nostro sito "Il Passo di Ulisse"

http://www.ilpassodiulisse.too.it

Aspettiamo la tua visita e anche il vs inserimento dei messaggi