giovedì 30 agosto 2007

assieme libera-mente... la scelta della frase

Sul treno erano attivi alcuni gruppi di auto mutuo aiuto.
In uno di questi si discuteva su quale fosse il senso di questo viaggio.
In questo contesto è stata elaborata l'idea di una lunga catena umana in piazza Tian'anmen che avesse un messaggio scritto, sulle magliette. Ogni persona una lettera.
Ma cosa scrivere? Qualsiasi frase fosse stata scelta avrebbe acquistato un enorme importanza, così, in chiusura del viaggio, davanti alle telecamere di Piperno, regista del documentario che porterà questa esperienza oltre il tempo del viaggio.
E' stato scelto che la definizione della frase avrebbe dovuto seguire il percorso democratico del fare assieme. Ogni gruppo regionale allora aveva il compito di proporre una o più frasi in modo che queste potessero essere lette tutte insieme e scelte.
Sono state raccolte più di 100 proposte e poi è avvenuta una selezione che seguiva i seguenti criteri:
1- le frase avrebbe dovuto chiaramente riportare lo stile del fare assieme del treno,
2- la frase avrebbe dovuto riportare la tematica del pregiudizio

alla selezione della frase hanno partecipato i capi gruppo, gli esperti della comunicazione (Martino, il giornalista dell'ansa e Tommaso, giornalista che aveva contatti con la repubblica on line), e Adriano e Maria Grazia i ricercatori delle Università di Milano che ci seguivano nel viaggio.

Ne sono risultate quattro proposte, coerenti con i criteri di selezione,sottoposte al voto di tutti i viaggiatori:

Quel treno speciale per Pechino, nè folli nè normali, insieme tra pari
Quel treno speciale per Pechino, fare assieme semplicemente liberi
Quel treno speciale per Pechino, forse sarà semplicemente libertà
Quel treno speciale per Pechino, semplicemente liberi

("forse sarà semplicemente libertà" era il finale di una poesia scritta da Giuseppe Lombardo, un viaggiatore della Sicilia)

Qualcosa non è andato. Il nostro gruppo imolese ha valutato che le frasi proposte fossero molto omogenee fra loro, che fossero troppo lunghe e che vista la salienza dell'evento era importante prestare attenzione, se necessario ripensarci.
Alla festa dell'Unità a Imola, nella Vallata per il Festival,... avevamo trovato difficoltà a parlare di “stigma”, parola difficile e da spiegare. Ci pareva importante proporre ora un messaggio chiaro, veloce, immediato.
Anche altri gruppi non erano soddisfatti della proposta, il gruppo umbro sicuramente, poi ci giungevano voci di scontento anche da altri gruppi. Abbiamo sperimentato la difficile pratica della democrazia. Il nostro gruppo imolese si è trovato coeso ed ha coniato quella che poteva essere la propria frase, su ispirazione dell'idea di Marisa: “Diversi? Insieme è possibile”. Naturalmente sulle magliette a Pechino non volevamo proprio la nostra frase. Un'altra andava bene, se semplice chiara immediata.
Annalisa si fa portavoce della nostra posizione e torna ll'ennesima riunione dei capigruppo, chiamata "briefing".
Riporta le nostre perplessità.
Annalisa non parla spesso al briefing.
Viene ascoltata in silenzio.
Manca un giorno all'arrivo a Pechino.
Come cambiare ora la frase? Dobbiamo comunicarla perchè possano essere stampate le maglie. Il gruppo pare disturbato da questa interferenza.
Le viene detto che dovevamo pensarci prima
che la frase è definita.
Alla fine dell'incontro altri due capigruppo affiancano Annalisa ed esprimono solidarietà alla sua idea. Si riapre un piccolo spazio di pensiero posteriore alla riunione. La cosa non viene gradita.
Circolano voci che forse la frase non si farà.
C'è malcontento.
Il discorso rimane in sospeso fino a quando non saliamo sul treno Datong-Pechino.
Gira voce: alle 4 carrozza 3 briefing.

Ore 16.00 accalcati e arrampicati sulle cuccette del treno siamo parte dell'incontro, aperto a tutti.
Massimo Costa di Parma ha elaborato una alternativa alle lunghe frasi. Non che abbia gradito il cambio di programma, ma pare abbia trovato una buona mediazione: “Quel treno speciale per Pechino: assieme, libera-mente”. Era una frase proposta inizialmente dal gruppo toscano. Bene, ad Alberto non piace ma si limita a comunicare il suo dissenso. La frase passa. Le magliette si faranno. Appena arriviamo a Pechino Luciana Bolgia contatterà una fabbrica cinese per la stampa delle magliette. Serviranno il giorno dopo, tra le mura della Città Proibita: in piazza Tian'anmen è vietata qualsiasi tipo di manifestazione.

Questa è la parte dei fatti che io conosco. Tra i corridoi del treno mi viene spiegato che era aperta una disputa sulla dicitura originale di “fare assieme” che avrebbe rappresentato una parte del treno più che l'altra. Io tra questi labirinti non mi oriento.

Quel che mi rimane è un pensiero, una riflessione legata alla reale difficoltà che è sempre presente in ogni processo democratico. Ascoltare tutti richiede tempo e non ce n'è sempre tanto. In questo il treno è stato un laboratorio, che ha manifestato in modo più chiaro il suo percorso nella scelta della frase.
LINKING FREE MINDS è la traduzione inglese.

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