venerdì 24 agosto 2007

TRANSBALAIKANA

Il tratto di binari che percorre i confini del lago è suggestivo. Ad ogni curva si apre una nuova prospettiva di questo “lago grande come il mare”. La costruzione della ferrovia ha rappresentato un grandissimo lavoro di ingegneria, per affrontare le rocce del Baikal furono coinvolti perfino degli scalpellini italiani. Il percorso è un susseguirsi di panorami mozzafiato e gallerie.

Ci fermiamo al chilometro 110, nei pressi di un paese in cui vivono i discendenti degli operai che hanno contribuito alla costruzione della ferrovia. Siamo accolti nelle case, ci viene offerto qualcosa: vodka, latte acido, marmellata e pane…in cambio lasciamo un’offerta di ringraziamento. Nelle case,completamente in legno, ci sono molti tappeti, sia per terra che sulle pareti. In una casa c’è la musica accesa, gli abitanti ci sorridono. Un signore si è vestito con abiti tradizionali e chiede un compenso per farsi fotografare vicino a lui. L’impressione è di una povertà di denaro e opportunità, in quel luogo isolato e magnifico. Che lavoro faranno? I pescatori? un fiume passa a pochi metri della casa più bassa. Ci viene in mente che anche il turismo balaikano potrebbe essere una forma di sussistenza.

Ripartiamo dopo un barbecue bagnato dalla pioggia con l’amaro in bocca.

21 agosto: Ulaan ude

22 agosto: Ulaan baatar

Nessun commento: