mercoledì 29 agosto 2007

quando eravamo a Mosca, incontro in prefettura

Guardando attentamente il blog mi sono accorta che manca un tassello del viaggio.

Siccome lo ritengo un momento importante lo propongo ora.
Guardando il sito umbro ho trovato interessante anche il loro modo di raccontare questo incontro...


MOSCA
14 agosto
mattinata

Incontro di una delegazione del treno speciale per Pechino con la prefettura del quartiere Lublin della zona sud est di Mosca

La persone che mi hanno parlato dell’ incontro hanno dato talvolta impressioni differenti.
Tutti mi hanno confermato che l’evento ha avuto una connotazione decisamene formale, ma mentre qualcuno ha colto una certa disponibilità delle autorità moscovite al dialogo ed al confronto, qualcun altro ha osservato rigidità nelle autorità e una certa diffidenza rispetto ai contenuti riportati dalla delegazione italiana.
Ad un certo momento, dopo avere comunicato pubblicamente una intenzione al cambiamento, in un momento informale uno psichiatra si è avvicinato ad una persona italiana chiedendo se non avesse paura a viaggiare su questo treno. Quello che pare emergere da alcuni racconti rimanda ad una cultura della malattia mentale che non considera la persona malata come recuperabile, bensì come destinata a rimanere sempre nella situazione in cui si trova.
Durante l’incontro con l’ambasciatore il giorno precedente, Elèna, una interprete russa che ci accompagnava nel viaggio si è resa disponibile a tradurre e permettere il dialogo tra un viaggiatore, Marco di Trento, ed una autorità locale, il prefetto Savin Alexey Alexandrovic. Nel venire a conoscenza dei contenuti si è stupita che in Italia esistano programmi di disintossicazione da alcol e di liberazione dalla dipendenza. In Russia il problema dell’abuso di alcol è uno dei principali e non esiste una prospettiva di recupero: – da noi gli alcolisti rimarranno sempre alcolisti –
Il tema è ancora culturalmente difficile da affrontare e le esperienze statunitensi ed europee sono un esempio conosciuto ma probabilmente non sufficiente a creare una rivoluzione culturale immediata. L’incontro in prefettura risulta essere di per sè un successo, non era per nulla scontato e fino ai giorni precedenti era incerto.
Lo scambio è stato promosso in particolare da Marina Capora. Formata in passato all’università di Trento, città con cui ha mantenuto un legame, è poi ritornata in Russia. In seguito alla sua esperienza italiana, ha lavorato a Mosca per fondare un centro che si occupa di problemi legati all’alcol con una particolare attenzione al sostegno dei famigliari. Non vengono esposte modalità di cura rivolte a persone con disagio mentale. L’attenzione sociale, in questo momento di evoluzione, è piuttosto alle giovani famiglie. Per renderle anche protagoniste viene chiesto ad alcune consulte di identificare bisogni e di partecipare alla strutturazione di opportunità. C’è un intento consapevole di introdurre elementi di democrazia in una realtà in cui, in passato, le modalità di gestione del sociale erano differenti.
Siamo in effetti stati accolti nella sede della prefettura ed all’incontro è stata data rilevanza, dal momento che era presente il prefetto ed è stata coinvolta la televisione locale. Tuttavia non è stato comunicato che nelle altre strutture della città siano attivi altri servizi territoriali piuttosto che strutture di ricovero permanente.
Lo psichiatra di riferimento del luogo, responsabile di un ospedale psichiatrico grande 8 ettari, si dice perplesso rispetto a questo viaggio, considerando l’esperienza troppo stressante per chi vive un disagio mentale. Intanto un utente è stato scambiato per psichiatra.

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