domenica 26 agosto 2007

Dogana cinese: attesta la tua salute

Come previsto il passaggio alla dogana mongola ha richiesto molto tempo: siamo stati fermi tre ore.
Ci era stato indicato di stare ciascuno nel proprio scomparto senza uscire nemmeno nel corridoio. Ad un certo punto ci comunicano che stanno controllando anche sopra al tetto del treno. Ma con noi gli agenti, in genere donne, sono molto gentili. Sorridono, parlano inglese.
Il treno finalmente parte.
Arriviamo alla dogana cinese ed è sufficiente un’oretta per ripartire verso Erlian.
Vediamo il confine mongolo, la dogana posta sulla strada parallela alla ferrovia e poi una zona franca e finalmente un enorme arco colorato con i colori dell’arcobaleno che segnala l’inizio della Cina.
Non era scontato passare.
La sera precedente una parte di noi era entrata in un clima di tensione.
Il governo Cinese chiede di dichiarare il possesso di psicofarmaci, e per una legge di molti anni fa non ne consente l’entrata nei suoi confini.
La categoria in cui li inserisce è la stessa delle droghe.
Del resto il modulo da compilare per la dogana richiede esplicitamente se si è portatori di alcune malattie, tra cui HIV, febbre, tosse, ml di gola, tubercolosi o psicosi. Quindi, passare la dogana serenamente e trovare i militari al controllo distesi e sorridenti è stato per noi un sollievo.

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