martedì 21 agosto 2007

Transiberiana

Rincontriamo Galina e Zoia, le regole e lo scompartimento.

Abbiamo aspettato l’entrata alla stazione di Mosca raggruppati sotto una enorme statua di Lenin, che è servita nella sua parte più bassa da supporto per il regista del documentario, Giovanni Piperno che riprendeva il groppone italiano in attesa, e poi a Luciana Bolgia come pulpito per raccontarci come avremmo dovuto organizzarci nei minuti successivi.

Saliti sul treno abbiamo ritrovato Galina e Zoia, le nostre due cuccettiste, riposate sorridenti e abbiamo constatato che rivederle ci ha fatto piacere. Non ci saremo già affezionati? Dal canto loro, anche le modalità si sono ammorbidite ed hanno valutato che fosse meglio spiegarci il perché delle regole dello scomparto, dal momento che altrimenti le evadevamo. Per esempio: quando si fa buio passavano a chiudere le tende delle finestre del vagone, anche mentre noi stavamo guardando fuori… naturalmente noi le riaprivamo subito dopo… poi ci hanno spiegato che talvolta i treni sono bersagli della disciplina “sportiva” del tiro del sasso, e abbassare le tende impedisce agli amatori di questo sport di centrare il finestrino illuminato. Allora anche noi siamo diventati più collaborativi, immaginandoci nel buio il lanciatore di sassi.

Ad ogni modo ritornare in treno è stato finalmente fermarsi dopo i ritmi sostenuti di Mosca.

Laboratori

Come avevamo già raccontato era stato pensato di animare la vita sul vagone con attività specifiche. Allora alle due cominciava il corso di cirillico, alle quattro il gruppo antifumo, alle cinque il corso di Yoga, mentre in altri scompartimenti si faceva l’uncinetto o decupage-taglio-cucito. Da ieri, venerdì, è stato attivata anche la recitazione del rosario. Ore 15.30.

Alla sera, dopo che il personale di bordo aveva sparecchiato e liberato le tavole, la carrozza ristorante si animava nuovamente: Alberto dirigeva un gruppo di aspiranti cantanti lirici, Margherita assisteva Piperno al corso di fotografia, ed Erika era impegnata con il gruppo “comunicazione” capitanato dal giornalista dell’ANSA, Martino. A proposito, scrive tutti i giorni un articolo sul sito http://www.ansa.it/, date un’occhiata…

Una sera, durante le prove dei canti, le cuoche sono uscite dalla cucina che stavano riordinando e si sono messe a cantare con il gruppo. Hanno contribuito con splendidi canti russi.

Gli spazi

In effetti talvolta ci sentiamo un po’ sardine. Il movimento più ampio possibile è il percorso carrozza 2 - carrozza 9, il che significa passare attraverso la 5 e la 6 dove instancabilmente il personale sta lavorando: apparecchiando, sparecchiando, pulendo…. E non gradisce eccessivamente i nostri slanci alla ricerca della libertà motoria. Ma la difficoltà maggiore è stata riscontrata nel dopocena. Come si fa se in uno stesso vagone ristorante si svolge un torneo di carte, un incontro di comunicazione, il corso di fotografia?…

Una signora dal caschetto biondo dagli occhiali ha in mano un mazzo di carte. E sta tranquillamente giocando con altre tre persone. Nei tavoli vicini ci sono altre partite in corso. Tuttavia il torneo di carte è previsto nella carrozza 6 ma la signora e gli altri si trovano, per distrazione, o forse per una mancata comunicazione, alla carrozza 5. E’ora di cominciare il corso di fotografia, programmato appunto nella seconda metà del vagone 5. Margherita chiede gentilmente alle persone sedute ai tavoli di spostare il loro gioco dove convenuto. La signora dal caschetto biondo si rifiuta, essendo lei arrivata prima e non tollerando una comunicazione di questo tipo. Nel giro di qualche minuto gli altri tavoli si liberano mentre il gioco continua per il tavolo – caschetto biondo- . Gli altri tre giocatori rimangono in silenzio. Quando il corso di fotografia comincia, prendono le carte e si spostano altrove la signora borbotta di disappunto.

Vivere in pochi metri quadrati allena ogni giorno allo stare insieme. Il rispetto degli altri diventa necessario, necessario accettare di accordarsi. Stare così vicini ci costringe al fare insieme, è un allenamento obbligato. In molti hanno notato che i viaggiatori più insoddisfatti e lamentosi, appartengono alle categorie “operatori” o “famigliari”, mentre gli “utenti”, pur sentendo la fatica del viaggio e la presenza di numerosissimi stimoli, sembra accettare meglio le scomodità del viaggio.

Nessun commento: