lunedì 27 agosto 2007

Treno da Datong

24 agosto

Linea Datong – Pechino: Binario 3.
Classe terza, seconda prima.
I vagoni prenotati per noi – dal 5 al 7.
Camminando sulla pensilina del binario incontriamo gli sguardi incuriositi degli altri passeggeri già a bordo. Guardano stupiti, sorridono, ci salutano, ci fotografano. E viceversa, li guardiamo accalcati in cinque al finestrino, sorridiamo, li fotografiamo. Due mondi che si incontrano, separati dal vagone ristorante. Proprio lì ci saranno i primi scambi, in genere tra ragazzi italiani e ragazze Cinesi. Una studentessa di italiano accoglie con simpatia queste nuove presenze straniere. Si allena a pronunciare la "r", nel frattempo insegna alcuni elementi base della lingua cinese.
Arriviamo ai nostri vagoni, sono scompartimenti di cuccette, tre per ogni fila, aperte. Ci sistemiamo, chi sulle cuccette, chi negli sgabellini del corridoio. Ci guardiamo da diverse altezze. I piu stanchi cominciano a dormire. Gli altri chiacchierano e guardano fuori dal finestrino. Ed ancora il paesaggio non delude, diventa montagnoso, roccioso, in coltivabile, poi si raddolcisce nuovamente, compaiono conformazioni lievemente a terrazza, e campi di girasole, orti nati in una fascia di terreno fertile. Qualche persona, un carretto ed il cavallo… Grandi fiumi navigati da uomini in canoa, persone in attesala passaggio al livello… Dopo la giornata di ieri questo enorme paese continua a stupire.
Non siamo più su un treno speciale, ci sono i Cinesi sul treno. Noi e loro, due mondi separati dal vagone ristorante. Proprio lì ci saranno i primi scambi. Una studentessa di italiano accoglie con simpatia queste nuove presenze straniere. Si allena a pronunciare la r, nel frattempo insegna alcuni elementi base della lingua cinese.
Nel vagone c’è una piccola riserva di carbone per il riscaldamento invernale.
I bagni sono una turca a caduta libera. C’è anche il rubinetto ed il lavandino. Tutto è pulito. Ogni pochi minuti qualcuno passa per gli scompartimenti a raccogliere i rifiuti. Il treno è in ordine.

19.09 arrivo a Pechino

GIOIA.
Non mi rendo proprio conto che è vero. Siamo arrivati. Quel treno speciale è arrivato dove voleva. È un successo. Pechino.
E noi 200 lo esprimiamo. In modo forse un po’ colorito.
Striscioni, i soliti, inno di mameli, cori. L’entrata al binario è bloccata per una decina di minuti da un muro composto da noi e dal nostro entusiasmo. I cinesi si fermano e guardano quanto accade. Diligentemente, mentre la fila dietro i primi si allunga.
Siamo contenti. I militari che vigilano su di noi un po’ meno. Le guide sono impazienti e ci chiamano con energia. Ma noi cantiamo un’altra canzone prima di allontanarci dal nostro traguardo.

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