sabato 25 agosto 2007

Ulaan Ude

Abbiamo pochissimo per visitare questa citta, un paio di ore.
Camminiamo veloci allora fino alla grande testa di Lenin, che guarda un po' accigliata la piazza e gli alti edifici che la circondano. E poi ci diamo un'ora di libertà: appuntamento stesso luogo. Passo veloce, macchina fotografica alla mano. A momenti sembra più importante raccogliere, collezionare immagini che vivere l'esperienza. Talvolta ho avuto questa impressione, in questo viaggio cosi seguito dai media.
Gli abitanti in genere sorridono all'obiettivo.
Qualcuno si nasconde, una ragazza si arrabbia.
Gli edifici del centro hanno un che di irreale, talvolta ci si trova a fiabilandia. e poi neon dappertutto.
La musica in filodiffusione è occidentale: un gruppo di suonatori di fisarmonica intona una canzone, cerchiamo di indovinare.... poi cantano, ed è Hotel California.
A passo veloce raggiungiamo una chiesa ortodossa, speravamo di incontrare un monastero lama, ma facciamo ancora confusione. L interno è spoglio ed essenziale.
Ci mettiamo il foulard sul capo. Betta chiede del bagno, si trova all'esterno. La vedo entrare in un piccolo labirinto di muri dipinti di bianco. Esce con una espressione schifata. Il bagno è semplicemente un buco scavato nella terra, in cui ciascuno lascia permanentemente le sue testimonianze intestinali.
Ma è ora di tornare.
Il museo antropologico, in cui sono riscostruiti aspetti della vita di alcune popolazioni, tra cui quelle sciamaniche, lo vedremo una prossima volta, chissà mai che non torneremo ad Ulaan Ude.

Nessun commento: