venerdì 24 agosto 2007

I Volontari (con la "V" maiuscola)

Siberia, 16 agosto

Ci sono anche loro su questo treno che corre sulla steppa siberiana. Sono la componente più soprendente, per certi versi la più motivata. Perchè a spingerli non è la loro professione, nè l’esigenza di capire meglio certe problematiche per aiutare un familiare. Non appartengono al vasto blocco degli operatori, nè ai familiari. Sono semplicemente volontari, che hanno scelto questo mondo così complesso per spendere le loro energie, donare il loro tempo. Francesco Vertillo, catanese, li ha convocati nel suo scompartimento per un libero confronto. La sua è un’esperienza del tutto particolare: “Dovevo fare questo viaggio con un amico che è scomparso a febbraio. Gli ultimi giorni di vita li ha passati nel reparto di psichiatria di un ospedale. Si chiamava Totò Maniscalco ed era un’artista. Adesso – dice - ho intenzione di fondare un’associazione che porti il suo nome, si occupi di far conoscere la sua arte e promuova gli altri artisti che vivono nella sua condizione”. Le storie che s’intersecano sono affascinanti. Giliola vive dall’altro capo della penisola, in Trentino, e viene da un paese speciale: “Sono cresciuta in un posto dove c’era uno dei più grandi manicomi della regione: da bambina passavo lì sotto e sentivo le urla provenire da dietro le grate. Così ho sviluppato una sensibilità particolare verso queste persone – racconta -. Sono fiera di questo viaggio, andiamo insieme verso l’isola che c’è”. Nadia e Gianna, invece, fanno parte del gruppo “Alchimia” di Frascati: sono tutti musicisti e insieme ai loro mariti e amici girano per animare le feste. In una di queste hanno conosciuto la realtà della salute mentale e non l’hanno più lasciata: “Su questo treno siamo tutti uguali – dicono -, ognuno con la propria diversità. E la diversità ci fa tutti normali. Abbiamo visto cantare e ballare alcuni ragazzi che non sorridevano mai, questo riuscire a sciogliersi è la miglior condivisione possibile”. Orlando è un altro trentino, fa parte dell’associazione “La Panchina” e si sintonizza sulla stessa lunghezza d’onda delle laziali: “Il viaggio ti fa star meglio perché ti stacca dal solito. E un viaggio insolito è anche un viaggio dentro sè stessi: su questo piano siamo tutti alla pari”. Questo viaggio, comunque, è iniziato molto prima per tutti loro, nell’opera di sensibilizzazione e ricerca delle risorse che permettesse a tanti utenti di salire sul convoglio speciale diretto a Pechino, come spiega Giusy, di Cinisello Balsamo: “E’ stato un bel modo di farsi conoscere – dice -, così abbiamo scoperchiato la pentola su una realtà silenziosa che molti fanno finta di non vedere”. Piera, siciliana di Agrigento trapiantata a Palermo per lavoro, ammette di aver ricevuto molto aiuto da questo mondo in un momento di difficoltà: “Ero entrata in associazione per dare il mio contributo, ma se non avessi avuto loro in questo periodo sarebbe stata dura anche per me. Adesso su questo treno mi sento dentro un coro che non smette mai di cantare”. Che meraviglia.

Elisabetta Ferri

4 commenti:

Angelo Bellucci ha detto...

... solo per dire che abbiamo inserito UN TRENO SPECIALE PER PECHINO per dare piu visibilità nel nostro sito "Il Passo di Ulisse"

http://www.ilpassodiulisse.too.it

Aspettiamo la tua visita e anche il vs inserimento dei messaggi

Unknown ha detto...

Bella idea quella di intervistare i volontati ( ci sono anche delle immagini video ?). Parole toccanti quelle che hai raccolto dai testimoni che hai incontrato sul treno. Ci hai fatto proprio un bel regalo.

Unknown ha detto...

Pechino mon amour! Finalmente!Avete compiuto un impresa memorabile, per noi siete tanti piccoli eroi(per rispetto della statura dei cinesi).

Unknown ha detto...

Ragazzi siete andati in tv. TG1 E TG2 hanno parlato di voi. Se ne hanno parlato anche i tg nazionali vuol dire che il viaggio non è stato solamente una fantasia collettiva: esistete davvero!