mercoledì 22 agosto 2007

Critiche e risposte al viaggio.

Dal momento che anche tra i commenti del nostro blog abbiamo ricevuto una critica al viaggio (alla quale ho risposto personalmente), pubblichiamo quella che era stata la prima lettera firmata di critica, con la risposta data dai Viaggiatori, per cercare di chiarire un po' le idee alle persone che non sanno cosa vuole dire questo progetto.
Massimiliano Buldrini

La Critica...


Egregio direttore,

pochi giorni orsono una Tv locale, Canale 11, ci ha mostrato i preparativi e le interviste fatte a proposito della partenza di un treno Roma-Pechino, ufficialmente organizzato per lo «svago» di pazienti affetti da disagio psichico. Da Imola partono due «pazienti» e altre otto persone a vario titolo. Lo slogan dell'evento recita così: «... in treno Roma-Pechino? Ma siamo pazzi?».

Gli organizzatori e i parenti dei malati possono essere definiti quantomai disinvolti; infatti, mi chiedo quale finalità possa avere un viaggio in treno che va dall'8 al 24 agosto verso una meta che, rispetto al disagio dei pazienti trasportati, non ha proprio nulla a che vedere. La Cina non ha mai dimostrato punti di eccellenza nei riguardi della patologia in argomento ed inoltre Pechino è inquinata, frastornante ed è una meta che dopo venti giorni di treno farebbe «dare i numeri» a chiunque!

Questo «viaggetto» si trova anche su internet ed ha la benedizione dei più alti rappresentanti della Sanità pubblica. Come «azionista» del bilancio-Italia gradirei conoscere quanto costa ogni persona che sale su quel treno al cittadino-contribuente, che le vacanze (se può) le deve pagare coi propri risparmi. Voglio sottolineare che gli stessi pazienti che partono per Pechino usufruiscono ogni anno di un periodo di vacanza in ottime strutture turistiche e gran parte delle spese sono a carico Usl.

Per principio di equità tra i malati affetti da qualsivoglia patologia è bene che vengano pubblicati il numero dei partecipanti alla «scampagnata intercontinentale», specificando quanti sono i pazienti e quanti i viaggiatori sani. Tengo a sottolineare che se questa iniziativa «folle» gravasse anche di un solo cent sul bilancio pubblico è bene che quel treno non parta proprio mai.

Lettera firmata.

...e la risposta

La lettera del signor ....... ci chiama in causa direttamente, in qualità di persone che si sono trovate a fare i conti, nella loro esperienza di vita, con la sofferenza mentale di un familiare (un figlio, un fratello).

Abbiamo misurato concretamente quanto sia duro e pesante affrontare questi problemi nella gestione del giorno per giorno, schiacciati tra l’angoscia per la sorte e il destino di una persona cara e il distacco, spesso il disinteresse, qualche volta persino la denigrazione o il dileggio di chi ti sta attorno.

Abbiamo fatto la scelta di uscire da una dimensione privata, cioè interna alla famiglia, della nostra sofferenza, per porla all’attenzione dell’intera società, allo scopo di stimolare una presa di coscienza generale.

Per questo ci siamo associati: per costruire prima di tutto occasioni di lavoro per persone svantaggiate (in forma cooperativa) e per aiutare noi stessi e i nostri familiari a trovare, insieme, una strada di integrazione sociale.

Lo abbiamo fatto anche per stimolare altri, che hanno il nostro stesso problema, ad uscire dall’ombra, a vincere la vergogna, a rivendicare una dignità sociale, per loro e per i loro familiari, e ad aiutare i cittadini “normali” ad abbandonare i pregiudizi.

Il viaggio a Pechino è un mezzo, uno strumento, forse provocatorio, per richiamare l’attenzione sul tema della emarginazione.

Il signor ....... ci accusa di essere dei privilegiati e conclude la sua lettera, minacciosa e falsa (mai la ASL ha pagato un euro per le vacanze dei malati), diffidando gli enti dall’investire un centesimo a supporto della iniziativa.

Stia tranquillo. La comunità imolese (quella civile e quella produttiva, quella cooperativa e quella imprenditoriale privata, ma anche i singoli e le famiglie) presenta ancora le caratteristiche solidali che ne hanno segnato la storia ed ha risposto in modo pronto, sensibile, liberale; dunque le istituzioni pubbliche (Circondario, Comune, Ausl, Consorzio) che gestiscono il denaro di tutti, non dovranno intervenire direttamente a sostegno del viaggio.

Viaggio che costa 3600 euro a persona, di cui 500 a carico del proprio privato bilancio familiare per pazienti, familiari, operatori del sanitario e del sociale, cittadini competenti; e 3100 euro a carico dei sostenitori della iniziativa.

Viaggeranno, con questi costi, nove imolesi su dieci, visto che la decima persona (la moglie di un operatore) pagherà per intero i 3600 euro del viaggio, secondo un criterio definito dal Comitato Etico nazionale.

In conclusione, serenamente, chiediamo:

proprio su queste iniziative si devono cercare le malversazioni del denaro pubblico?

è sicuro, in coscienza, ......., di essere parte, con la sua lettera, di una battaglia di equità, di rigore e di civiltà?

I familiari e gli utenti che partecipano al viaggio

Paolo Ferri

Margherita Ferri

Tina Malaparte

Marisa Salvini

Luca Vacirca

Salvatore Vacirca

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